la società dei devianti

venerdì 27 marzo 2020

Consigli di sopravvivenza psicosomatica al virus e all'idiozia



Anche oggi, disubbidendo al divieto, sono andato a correre. Già mi vedo i miei colleghi psichiatri e psicologi (soprattutto le donne, non ho capito perché) sbuffare: aridaje co’ ‘sta corsa. Una l’ho dovuta bannare perché dice che strumentalizzavo la morte del runner e non me la sono sentita di mandarla a quel paese col rischio di essere estromesso dal panottico digitale. Un’altra pure l’ho bannata perché mi ha detto altro che Basaglia io sarei Lombroso, che penso solo a correre. Ora aspetto la prossima maestrina che mi fa la ramanzina perché #iononrestoincasa#. Ho corso dieci chilometri precisi dalle 11 a mezzogiorno. Alle 14 ero in ospedale. Mi sentivo bene. Pronto ad affrontare l’eventualità del contagio. Perché ciò che gli ideatori di questa assurda quarantena di massa non hanno capito (mi domando chi sia se ci sia un consulente psichiatra affianco a Ricciardi, nel consigliare il modo migliore per affrontare il contagio) è che tutto si gioca nell’incontro tra due organismi: il virus e l’uomo. La possibilità di sviluppare l’infezione nelle sue forme più gravi, la polmonite interstiziale, e di morirne, dipende da una combinazione ben precisa: che la carica virale sia alta, e il sistema immunitario della persona infettata sia bassa. Tutto qua. Una persona che entra in contatto con una carica virale alta, ma che ha buone difese, molto probabilmente se la cava. Una persona che entra in contatto con una carica bassa, anche con basse difese se la può cavare. Una persona con buone difese immunitarie, se incontra una carica virale bassa, magari nemmeno se ne accorge (la gran fetta degli asintomatici, i cosiddetti portatori sani). Le persone che incontrano una carica elevata, e lo fanno quando sono deboli, col sistema immunitario compromesso da altre patologie, dall’età molto avanzata, dallo stress, da un surmenage lavorativo, dal poco sonno, dall’impossibilità di controbilanciare il lavoro con qualche ora di piacere (passeggiata, corsa, andare in bici), quelle persone, più facilmente, vengono sopraffatte dall’infezione, e muoiono. Mi colpisce, essendo un medico, l’enormità dei medici morti sul campo, una quarantina, finora. Due infermiere in prima linea nel nord Italia si sono suicidate. Ieri mi domandavo come fosse possibile. Ecco perché. Sono stati mandati al fronte senza protezioni. Fino a un paio di settimane fa, a cominciare da me, era difficile per gli operatori sanitari avere le mascherine. Moltissimi, in Lombardia ma non solo, sono stati costretti a lavorare anche quando sintomatici, febbrili. Molti medici di famiglia esposti, mandati allo sbaraglio. Esercitare la professione di medico, di infermiere, essere così esposti, non è come restare a casa a fare il telelavoro. Molti medici sono stati costretti a fare turni massacranti di dodici ore al giorno per molti giorni. In queste condizioni (è psicosomatica, è psicoimmunologia, non ci vuole un genio per capirlo) è più facile, se entri in contatto col virus, con una carica virale alta, visto che visiti decine di persone ogni giorno, ammalarsi e ammalarsi male. Tutti quanti continuano a ripetere #iostoacasa# come pappagalli, non sanno che chi fa lavori di tale esposizione, il giorno dopo, non solo dovrebbero avere la giornata di riposo o almeno mezza giornata di riposo, ma non gli fa bene restare confinato in casa. Ha bisogno di prendere aria. Come fece, qualche giorno fa, il medico rianimatore di Napoli, che correva sotto casa, e l’ottusità delle restrizioni del governatore campano, insieme all’ottusità degli agenti municipali esecutori pedissequi delle restrizioni, hanno fatto sì che un medico in prima linea sia stato messo, obbligatoriamente, in quarantena. Ora chi ci va a lavorare in rianimazione? La pattuglia dei municipali che l’ha quarantenato?
Ma io dico, dopo decenni di discorsi sulla psicosomatica, sul rapporto tra psiche, sistema immunitario e malattie, davvero si crede che per sconfiggere un’epidemia basti solo seppellirsi in casa?
La maggior parte degli psichiatri e psicologi questo non sembra averlo capito. Sono convinti che poi, per riparare i danni, bastino un po’ di pilloline e quattro chiacchiere, sì la cosiddetta psicoterapia, per aggiustare tutto.
Il comune di Roma poi, questa misera amministrazione di - come li hanno chiamati? - scappati di casa, presieduta da un’avvocata che è sembrata essere più un prestanome che la vera sindaca della città (così come il governo della nazione è presieduto da un avvocato che fino a pochi mesi fa era sotto tutela di Rocco Casalino e ora gioca a fare Winston Churchill) lancia la squallida campagna della delazione. Chiama al Comune!, se vedi l’assembramento o chiunque disattenda le restrizioni, chiamaci, perché tre soli sono i motivi che hai per uscire: lavoro salute e necessità.
Dal ventennio fascista non eravamo in uno stato di coprifuoco.

martedì 24 marzo 2020

Tecniche di resistenza urbana alla segregazione sanitaria





Pure ieri volevo andare a correre, era lunedì 23 marzo, siccome domenica 22 l’avevo trascorsa tutto il giorno nel dedalo, nel dedalo del nosocomio, sì in ospedale insomma, tutto il giorno mascherato bardato incamiciato lavarmi cento volte le mani e tutto quanto si deve fare.
Per cui avendo fatto dodici ore di domenica, ieri lunedì ero libero e normalmente sarei andato a correre infatti a mezzogiorno mi sono vestito e stavo già mentalmente preparando la strategia per giocare a guardie e ladri coi poliziotti municipali o carabinieri o gendarmi civili di quartiere ormai addestrati dalle tv nel nuovo mestiere del delatore sanitario. Mi vesto esco fuori fa freddo e mi dico ma vaffanculo. Non avevo voglia di fare questo gioco mi rimetto gli abiti civili e, fuori turno, vado in ospedale a dare una mano. Altro che stare in casa a riguardarsi a proteggersi dal virus, gli vado incontro, vado in ospedale anche fuori turno, basta un attimo, e lo status cambia, poco fa ero mister Hyde eccomi di nuovo l’eroico dottor Jekyll. Come sono mutevoli i ruoli.
Stamattina però sento i tg leggo il giornale, il delirio, ma che cosa gli sta succedendo a questi che governano? D’accordo i contagi d’accordo i morti, ma una cosa del genere non s’era mai vista, qui qualcosa ci sfugge, i droni, metteranno i droni, state certi che comprerò una fionda per uccellarli, sequestreranno le auto, duemila euro di multa, e come andrò al lavoro senza auto? Chi vi salverà dai fuori di testa che voialtri avrete mandato in tilt con il vostro stato di polizia? 
Indosso tuta e un giacchetto antivento nero da testa di cuoio, vado a comprare due cuffie per le videolezioni delle mie figlie, vado a comprare questo giornale sempre più merdoso che è Repubblica dove oggi Luca Bottura, che mi era il più simpatico, cogliona un parlamentare di Forza Italia trovato a correre a Villa Borghese, e pure Luca Bottura che è uno sveglio insiste: devi stare a casa.
Devi stare a casa è il nuovo mantra. Niente: il mondo nuovo è qui.
L’altro giorno mi ha intervistato una della BBC. Avevo fatto un post su Facebook dove sottolineavo quanto fosse idiota la restrizione su sport, corse passeggiate bicicletta, e quel post, rilanciato da una mia amica londinese, era stato visto da una sua amica giornalista che aveva letto il mio Basaglia, lei a sua volta ha avvisato la sua collega che era qui a Roma che mi ha chiamato e la sera di domenica, mezzora dopo aver finito le mie dodici ore di ospedale, con Skype facevo questa intervista dove dicevo che il governo italiano è un idiota a proibire le uscite le corse l’aria, le sigarette nei tabacchi sì l’aria nei parchi no, portare i cani a passeggiare i figli no, insomma dicevo che tra poco, in Italia, quello che dieci giorni prima è successo nelle carceri (assalto alle medicherie, detenuti morti per overdose di metadone e farmaci) succederà nelle case, ricorsi ai pronto soccorsi e alle farmacie, meno sport uguale più psicofarmaci. E’ matematico. Neppure ai miei colleghi psichiatri ciò sembra interessare, osservavo, gli psichiatri sono i primi a dire state a casa. Eppure, dovrebbero saperlo che le sofferenze dei loro pazienti potranno solo inasprirsi, con la reclusione forzata, e dovranno dargli più farmaci. E fare più ricoveri. Ma d’altra parte, pensavo, la grande maggioranza degli psichiatri da sempre già è adusa a limitare la libertà, il Trattamento Sanitario Obbligatorio per motivi psichici la grande maggioranza degli psichiatri l’ha sempre eseguito a volte senza troppo pensarci, e si è abituata, altro che extrema ratio, e dunque adesso che in Trattamento Sanitario Obbligatorio per motivi infettivi ci sono finiti tutti gli italiani, psichiatri compresi, ecco che gli psichiatri non ci badano più di tanto, non battono ciglio, e che sarà mai, pensano, starsene qualche settimana senza diritti? E quando mai i nostri pazienti hanno avuto diritti? L’importante è la nuda vita no?
Insomma, domenica sera mi ritrovo su BBC news, la mia amica londinese dice che l’avranno visto almeno quattro milioni di britannici, in questa rapida intervista dico non fate come gli italiani. Ora, gli inglesi possono uscire una volta al giorno per fare sport, la mia amica è appena uscita in bici e dice: lo vedi che Johnson è meno ottuso di Conte? E non lo so se Johnson è meno ottuso di Conte, di sicuro Johnson ha un consigliere sanitario migliore di Conte. Conte si avvale di quel Ricciardi, che ora pare voglia trasformare l’Italia in Corea (nord o sud non ho capito), ma perché non si è avvalso anche di uno psichiatra? Oppure se ne è avvalso ma di uno psichiatra incapace di prevedere quel che succederà (che sta già per succedere): le persone impazziranno a stare chiuse in casa: una settimana due o tre, dopodiché gli effetti collaterali supereranno i vantaggi. A Roma qualche giorno fa un ragazzo ha ucciso sua madre decapitandola, in Irpinia un uomo poco più che quarantenne si è impiccato appena ha capito che sua moglie si era contagiata, in Veneto un’infermiera si è annegata dopo aver temuto di aver preso il virus. Tra poco gli incarcerati senza aver commesso reato impazziranno.
E’ un mio dovere, di psichiatra anarchico (e in quanto anarchico allergico al potere, sono molto sensibile, io, ai movimenti di temperatura del potere, ho un radar, ho delle antenne molto sviluppate, là dove altri devono prima trovarsi in galera per capirlo, io lo capisco già al primo fruscìo di drone) suggerirvi delle tecniche di insubordinazione urbana al coprifuoco sanitario.
Ci pensavo poco fa, mentre correvo, libero come un uomo libero nell’immenso parco degli acquedotti. Bisogna fare così. Vestirsi con una tuta da casa, non proprio gli abiti da runner. Andare in farmacia e comprare una scatolina di Bentelan (costa poco, è un farmaco salvavita che può sempre tornare utile, e vi serve come prova che avete l’asma: è per questo motivo infatti che andate a correre). Prendere la macchina, andare in farmacia, poi dirigersi al parco e fermare l’auto a pochi metri dall’entrata. Se si viene fermati in questo tratto c’è lo scontrino che dimostra di essere stati in farmacia. Si esce dall’auto e via, più veloci della luce dentro il parco (ma vale per un bosco, una foresta, un campo sterminato; questo è un suggerimento che do se avete un ampio spazio di corsa, non se avete il parchetto ampio quanto il giardino di casa).
Parentesi ma perché insisto sulla corsa? Ma guardate che non è un vezzo. Ne va della mia salute psichica. Io medito correndo. Io correndo conseguo uno stato di coscienza alterato che mi ripaga per almeno due giorni. Correre per me è un diritto. Non mi si può proibire di correre. E’ come proibirmi di nutrirmi.
E lo stesso vale per voi. Prendere l’ora d’aria è un vostro diritto. Quell’aria è un farmaco.
Dopo un’ora, dieci dodici chilometri dunque, si torna. Questa è la fase più delicata. Perché siete sudati quindi si capisce che avete corso e il poliziotto non vedrà ragioni, l’hanno istruito così. Non sapete chi c’è nei pressi dell’auto, potrebbe esserci una pattuglia, un vigile che è stato avvisato da un perdigiorno alla finestra che controlla e informa. In ogni, caso un po’ guardinghi, badando bene che non ci siano auto poliziesche o municipalesche, si entra in macchina e via, zigzagando per le collaterali meno battute si va a casa. Ma se doveste essere fermati proprio adesso? Una banca. Stavate andando a fare bancomat. Si mette male? Sono stronzi? Sadici che non aspettavano altro che questo decreto fascista per divertirsi? Se siete medici come me allora bisogna dire che soffrite d’asma, che correre per voi è vitale altrimenti (e qui torna buono il Bentelan che avete comprato all’andata) passate la notte insonne a tossire e a ingozzarvi di cortisone.
Ma voi non siete medici come me. E questo, però, non crediate, è pure meglio. Perché a quel punto bisogna recitare l’attacco di panico: scendere dall’auto, respirare convulsamente, iperventilare, infine inginocchiarvi e abbracciare letteralmente la gamba del vigile urbano (mi raccomando, sia che siete uomo sia che siete donna, la gamba deve essere di un vigile uomo, se no la donna magari aggiunge alla multa pure la molestia), la scena dell’attaccarsi alla gamba non è farina del mio sacco, per la verità, la racconta Giuseppe Berto ne Il male oscuro.
Un’altra cosa che si potrebbe fare, ma non lo posso dire o proporre io perché sarei in conflitto di interessi, è una sorta di flash mob, di tutti i sensibili o nervosi o stressati o fobici o appanicati che privati della legittima ora d’aria si riversino tutti insieme nei pronto soccorsi d’Italia, invece che alle 18 fare quella cosa idiota di cantare Azzurro, andare in pronto soccorso: è uno dei tre comprovati motivi, d’altra parte.
Ok, per oggi è tutto. Ho scherzato. Ma voi provate a svegliarvi, che qui si mette male. E non mi riferisco al virus.