Pure ieri volevo andare a
correre, era lunedì 23 marzo, siccome domenica 22 l’avevo trascorsa tutto il giorno
nel dedalo, nel dedalo del nosocomio, sì in ospedale insomma, tutto il giorno mascherato
bardato incamiciato lavarmi cento volte le mani e tutto quanto si deve fare.
Per cui avendo fatto dodici ore
di domenica, ieri lunedì ero libero e normalmente sarei andato a correre infatti
a mezzogiorno mi sono vestito e stavo già mentalmente preparando la strategia
per giocare a guardie e ladri coi poliziotti municipali o carabinieri o
gendarmi civili di quartiere ormai addestrati dalle tv nel nuovo mestiere del
delatore sanitario. Mi vesto esco fuori fa freddo e mi dico ma vaffanculo. Non
avevo voglia di fare questo gioco mi rimetto gli abiti civili e, fuori turno,
vado in ospedale a dare una mano. Altro che stare in casa a riguardarsi a proteggersi dal
virus, gli vado incontro, vado in ospedale anche fuori turno, basta un attimo, e
lo status cambia, poco fa ero mister Hyde eccomi di nuovo l’eroico dottor Jekyll.
Come sono mutevoli i ruoli.
Stamattina però sento i tg
leggo il giornale, il delirio, ma che cosa gli sta succedendo a questi che
governano? D’accordo i contagi d’accordo i morti, ma una cosa del genere non s’era
mai vista, qui qualcosa ci sfugge, i droni, metteranno i droni, state certi che
comprerò una fionda per uccellarli, sequestreranno le auto, duemila euro di multa,
e come andrò al lavoro senza auto? Chi vi salverà dai fuori di testa che voialtri
avrete mandato in tilt con il vostro stato di polizia?
Indosso tuta e un giacchetto
antivento nero da testa di cuoio, vado a comprare due cuffie per le videolezioni
delle mie figlie, vado a comprare questo giornale sempre più merdoso che è Repubblica
dove oggi Luca Bottura, che mi era il più simpatico, cogliona un parlamentare
di Forza Italia trovato a correre a Villa Borghese, e pure Luca Bottura che è
uno sveglio insiste: devi stare a casa.
Devi stare a casa è il nuovo
mantra. Niente: il mondo nuovo è qui.
L’altro giorno mi ha
intervistato una della BBC. Avevo fatto un post su Facebook dove sottolineavo
quanto fosse idiota la restrizione su sport, corse passeggiate bicicletta, e
quel post, rilanciato da una mia amica londinese, era stato visto da una sua
amica giornalista che aveva letto il mio Basaglia, lei a sua volta ha avvisato
la sua collega che era qui a Roma che mi ha chiamato e la sera di domenica,
mezzora dopo aver finito le mie dodici ore di ospedale, con Skype facevo
questa intervista dove dicevo che il governo italiano è un idiota a proibire le
uscite le corse l’aria, le sigarette nei tabacchi sì l’aria nei parchi no,
portare i cani a passeggiare i figli no, insomma dicevo che tra poco, in Italia,
quello che dieci giorni prima è successo nelle carceri (assalto alle medicherie, detenuti
morti per overdose di metadone e farmaci) succederà nelle case, ricorsi ai
pronto soccorsi e alle farmacie, meno sport uguale più psicofarmaci. E’
matematico. Neppure ai miei colleghi psichiatri ciò sembra interessare,
osservavo, gli psichiatri sono i primi a dire state a casa. Eppure, dovrebbero
saperlo che le sofferenze dei loro pazienti potranno solo inasprirsi, con la
reclusione forzata, e dovranno dargli più farmaci. E fare più ricoveri. Ma d’altra
parte, pensavo, la grande maggioranza degli psichiatri da sempre già è adusa a
limitare la libertà, il Trattamento Sanitario Obbligatorio per motivi psichici
la grande maggioranza degli psichiatri l’ha sempre eseguito a volte senza troppo
pensarci, e si è abituata, altro che extrema ratio, e dunque adesso che in Trattamento Sanitario
Obbligatorio per motivi infettivi ci sono finiti tutti gli italiani, psichiatri
compresi, ecco che gli psichiatri non ci badano più di tanto, non battono
ciglio, e che sarà mai, pensano, starsene qualche settimana senza diritti? E
quando mai i nostri pazienti hanno avuto diritti? L’importante è la nuda vita
no?
Insomma, domenica sera
mi ritrovo su BBC news, la mia amica londinese dice che l’avranno visto almeno quattro
milioni di britannici, in questa rapida intervista dico non fate come gli
italiani. Ora, gli inglesi possono uscire una volta al
giorno per fare sport, la mia amica è appena uscita in bici e dice: lo vedi che Johnson è meno ottuso di Conte? E non
lo so se Johnson è meno ottuso di Conte, di sicuro Johnson ha un
consigliere sanitario migliore di Conte. Conte si avvale di quel Ricciardi, che
ora pare voglia trasformare l’Italia in Corea (nord o sud non ho capito), ma perché
non si è avvalso anche di uno psichiatra? Oppure se ne è avvalso ma di uno
psichiatra incapace di prevedere quel che succederà (che sta già per succedere):
le persone impazziranno a stare chiuse in casa: una settimana due o tre, dopodiché
gli effetti collaterali supereranno i vantaggi. A Roma qualche giorno fa un
ragazzo ha ucciso sua madre decapitandola, in Irpinia un uomo poco più che
quarantenne si è impiccato appena ha capito che sua moglie si era contagiata,
in Veneto un’infermiera si è annegata dopo aver temuto di aver preso il virus.
Tra poco gli incarcerati senza aver commesso reato impazziranno.
E’ un mio dovere, di psichiatra anarchico
(e in quanto anarchico allergico al potere, sono molto sensibile, io, ai
movimenti di temperatura del potere, ho un radar, ho delle antenne molto sviluppate,
là dove altri devono prima trovarsi in galera per capirlo, io lo capisco già al
primo fruscìo di drone) suggerirvi delle tecniche di insubordinazione urbana al
coprifuoco sanitario.
Ci pensavo poco fa, mentre
correvo, libero come un uomo libero nell’immenso parco degli acquedotti.
Bisogna fare così. Vestirsi con una tuta da casa, non proprio gli abiti da
runner. Andare in farmacia e comprare una scatolina di Bentelan (costa poco, è
un farmaco salvavita che può sempre tornare utile, e vi serve come prova che
avete l’asma: è per questo motivo infatti che andate a correre). Prendere la
macchina, andare in farmacia, poi dirigersi al parco e fermare l’auto a pochi
metri dall’entrata. Se si viene fermati in questo tratto c’è lo scontrino che
dimostra di essere stati in farmacia. Si esce dall’auto e via, più veloci della
luce dentro il parco (ma vale per un bosco, una foresta, un campo sterminato;
questo è un suggerimento che do se avete un ampio spazio di corsa, non se avete
il parchetto ampio quanto il giardino di casa).
Parentesi ma perché insisto
sulla corsa? Ma guardate che non è un vezzo. Ne va della mia salute psichica.
Io medito correndo. Io correndo conseguo uno stato di coscienza
alterato che mi ripaga per almeno due giorni. Correre per me è un diritto. Non mi
si può proibire di correre. E’ come proibirmi di nutrirmi.
E lo stesso vale per voi. Prendere
l’ora d’aria è un vostro diritto. Quell’aria è un farmaco.
Dopo un’ora, dieci dodici
chilometri dunque, si torna. Questa è la fase più delicata. Perché siete sudati
quindi si capisce che avete corso e il poliziotto non vedrà ragioni, l’hanno
istruito così. Non sapete chi c’è nei pressi dell’auto, potrebbe esserci una pattuglia, un
vigile che è stato avvisato da un perdigiorno alla finestra che controlla e
informa. In ogni, caso un po’ guardinghi, badando bene che non ci siano auto
poliziesche o municipalesche, si entra in macchina e via, zigzagando per le
collaterali meno battute si va a casa. Ma se doveste essere fermati proprio
adesso? Una banca. Stavate andando a fare bancomat. Si mette male? Sono stronzi? Sadici che non aspettavano altro che questo decreto fascista per
divertirsi? Se siete medici come me allora bisogna dire che soffrite d’asma,
che correre per voi è vitale altrimenti (e qui torna buono il Bentelan che
avete comprato all’andata) passate la notte insonne a tossire e a ingozzarvi di
cortisone.
Ma voi non siete medici come me.
E questo, però, non crediate, è pure meglio. Perché a quel punto bisogna recitare
l’attacco di panico: scendere dall’auto, respirare convulsamente,
iperventilare, infine inginocchiarvi e abbracciare letteralmente la gamba del
vigile urbano (mi raccomando, sia che siete uomo sia che siete donna, la gamba
deve essere di un vigile uomo, se no la donna magari aggiunge alla multa pure la
molestia), la scena dell’attaccarsi alla gamba non è farina del mio sacco, per
la verità, la racconta Giuseppe Berto ne Il male oscuro.
Un’altra cosa che si potrebbe
fare, ma non lo posso dire o proporre io perché sarei in conflitto di
interessi, è una sorta di flash mob, di tutti i sensibili o nervosi o stressati
o fobici o appanicati che privati della legittima ora d’aria si riversino tutti
insieme nei pronto soccorsi d’Italia, invece che alle 18 fare quella cosa
idiota di cantare Azzurro, andare in pronto soccorso: è uno dei tre comprovati motivi,
d’altra parte.
Ok, per oggi è tutto. Ho
scherzato. Ma voi provate a svegliarvi, che qui si mette male. E non mi
riferisco al virus.
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